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ROMA CAPITALE: ALEMANNO IN SCIOPERO. VIETATO DISTURBARE. FERMATI SINDACALISTI USB CHE TENTANO DI CONSEGNARGLI UN UN COCCODRILLO GONFIABILE

Roma -

Sono stati fermati e portati in Questura due rappresentanti dell’Unione Sindacale di Base che questa mattina a Roma, insieme ad una delegazione di lavoratori e attivisti della USB, hanno tentato di consegnare un coccodrillo gonfiabile nelle mani di Alemanno in concomitanza con lo sciopero dichiarato oggi dai sindaci italiani.

In via Petroselli, nei pressi dell’Anagrafe, i due sindacalisti, un uomo ed una donna, sono stati violentemente strattonati e scaraventati contro un muro ed un palo della luce da agenti della Polizia e sono stati loro strappati via i volantini che intendevano distribuire alla cittadinanza.

 

 “E’ un’azione repressiva insopportabile e sproporzionata – denuncia Paola Palmieri, dell’Esecutivo nazionale USB – la nostra simbolica protesta intendeva evidenziare che non possiamo considerare autentiche le lacrime versate oggi da Alemanno, dopo che la sua Amministrazione ha lasciato senza servizi interi settori, come casa, scuole, nidi, servizi sociali per i meno abbienti. Solo ora – prosegue Palmieri - dopo le norme distruttrici messe in atto dal governo Berlusconi attraverso le manovre finanziarie di Tremonti, la distruzione del pubblico impiego di Brunetta e la devastazione del mondo del lavoro di Sacconi, i sindaci si accorgono di non avere più risorse su cui costruire il loro consenso in occasione delle prossime elezioni”.

 

Sottolinea la dirigente USB: “Se Alemanno volesse davvero trovare le risorse per sostenere i servizi svolti dal personale capitolino potrebbe tranquillamente fare a meno dei circa 40 collaboratori con contratto giornalistico che lavorano nel suo ufficio stampa, o evitare l’acquisto di armi per la polizia municipale, o ridurre il compenso attribuito al commissario per il debito di Roma Capitale”.

 

Incalza Palmieri: “Lo scempio attuato da Alemanno, con la recente complicità della Presidente Polverini, rappresenta lo spaccato di un modello sociale e culturale che cancella norme sindacali, impone aumento di costi, peggioramento della qualità dei servizi, privatizzazioni selvagge e licenziamenti del personale precario trasformato in una sorta di usa e getta. Contro questo modello, contro tutti i governi impopolari, sia nazionali che locali, la nostra protesta continuerà senza tregua”, conclude la dirigente USB.