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Roma: ancora sfratti senza soluzioni, mentre il governo attacca la deroga all'art. 5 per la residenza. Mercoledì 23 presidio in Prefettura

Roma -

Questa mattina, 21 novembre due famiglie tra di loro sconosciute, sono state accomunate dalla stessa data di accesso dell’ufficiale giudiziario: ma solo grazie alla presenza degli attivisti solidali gli sfratti sono stati riviati a gennaio 2023.

La famiglia di Gina a causa della pandemia non ha potuto pagare l’affitto fino alla convalida di sfratto e il 9 gennaio potrebbe di nuovo trovarsi per strada con due minori.

L’altra famiglia, truffata con un subaffitto fasullo, potendo pagare non riesce ad avere il contratto nonostante sia abitante all’interno di un ente assistenziale (ex-Ipab) e il 31 gennaio anch’essa potrebbe finire per strada con una minore.

Ma contemporaneamente oggi - sicuramente - altre famiglie saranno finite per strada visti i numeri quotidiani degli sfratti.

 La questione rimane sempre la stessa: il bisogno di case nella nostra città e nel nostro paese, al quale non viene data risposta alcuna.

Sono ormai decenni che non ci sono più investimenti per l’edilizia residenziale pubblica, più case popolari svolgerero un effetto di calmierazione del mercato immobiliare abbassando così anche le richieste degli affitti privati e del prezzo delle case, con un positivo ritorno in termini di costo dell’affitto e dei mutui stessi.

L’elemento sempre più ricorrente nel mercato dell’edilizia privata è la garanzia di poter onorare i sempre più costosi mutui della prima casa e dei contratti di affitto. Prima i proprietari si accontentavano di buste paga e di cospicui anticipi, ora vogliono anche per cauzione almeno un anno di contratto a tempo indeterminato, praticamente le stesse garanzie per accendere un mutuo!

Con queste modalità come si può pensare che la le famiglie e i single trovino casa?

L’impoverimento delle famiglie e dei single rende sempre più complicato il pagamento delle bollette figuriamoci il pagamento di affitti di 700-800 euro e più al mese!

Insomma, abitare diventa sempre più difficile senza che la politica si faccia carico di dare soluzioni strutturali ad un bisogno fondamentale come la casa.

Il primo atto di questo governo è stato quello di bloccare, attraverso il nuovo Prefetto di Roma, la deroga all’art. 5 emanata dal sindaco Gualtieri che consente la residenza a chi è senza titolo, riconfermando che si continua a perpetuare la guerra contro i poveri che sono costretti spesso ad occupare per non finire in strada perché non esiste più una politica per la casa.

Insomma, invece di cercare le cause di un problema si interviene sulle sue conseguenze scaricando così le responsabilità sempre sui più deboli.

Finché non ci sarà un piano che dia soluzioni a chi subisce uno sfratto e a chi cerca casa con affitti equi, pensare di affrontare il problema dell’emergenza abitativa con l’ordine pubblico significa non volerlo risolvere!

Per questo il 23 novembre saremo sotto la Prefettura di Roma (ore 17,00 in p.zza SS. Apostoli),  per ribadire che la residenza e la casa sono diritti costituzionali che non possono essere lasciati alla libera interpretazione della posizione politica di turno.

ASIA-USB Roma