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Sanità Lazio stremata, non regge la quarta ondata: cambiare rotta per non affondare

Nazionale -

Lavoratori della sanità e cittadini stanno pagando duramente la mancata revisione e  organizzazione del nostro sistema sanitario Regionale in vista della quarta ondata di contagi. Non sono stati riorganizzati i servizi sul territorio e nelle scuole con nuove assunzioni, le Unità Speciali di Continuità Assistenziale (USCA) non sono sufficienti e non sono coordinate con i medici di famiglia, cosicché si ripresenta la stessa situazione di un anno fa: i punti di Pronto Soccorso Ospedalieri sono presi d’assalto e ci sono liste di attesa al triage come nella prima ondata; vediamo di nuovo file di ambulanze bloccate,  utilizzate come stanze di isolamento, con i pazienti all’interno in attesa di un tampone, del risultato di un tampone, di una visita o di un posto letto. Di nuovo gli operatori del 118 restano vestiti per ore con tute e dispositivi di sicurezza per poter assistere i pazienti. Questa situazione fa sì che si crei una mancanza di  mezzi di soccorso sul territorio, quelli che restano fanno tragitti estremamente lunghi per soccorrere i richiedenti, dilatando di molto i tempi di intervento e mettendo a rischio la salute dell’utente e di noi operatori, con un aumentato rischio di aggressioni.

Negli ospedali vengono convertiti in fretta e furia interi reparti di varie specialità in reparti Covid, a volte senza poter rispettare i percorsi diversificati atti a proteggere dal contagio; le liste di attesa per altre patologie, che già erano non erano state smaltite dalle precedenti ondate  sono diventate attese bibliche, costringendo a rivolgersi alle strutture private.

Come Unione Sindacale di Base fin dagli inizi della pandemia  avevamo chiesto una massiccia assunzione di personale sia negli ospedali pubblici, per aumentare i posti letto che avrebbero potuto diminuire la mole di lavoro e di contagi; sia sul territorio  per limitare il ricorso ai ricoveri ospedalieri, ma siamo rimasti inascoltati: Le assunzioni fatte fino ad oggi colmano, a malapena, le mancanze pre-pandemia.

Denunciamo l'inettitudine di questa Regione nell’affrontare la quarta ondata, che vede tutti noi lavoratori della sanità allo stremo. Crescono i contagi tra gli operatori e coloro i quali restano in servizio sono oberati di turni con ordini di servizio che mettono a rischio la salute degli utenti e di noi lavoratori.

È stata fatta una vasta campagna vaccinale, anche se in ritardo sulla terza dose, ma hanno puntato solo su quella. Per non cambiare un sistema sanitario, ormai per la metà in mano ai privati, si continua a sacrificare la salute dei cittadini:  “Il virus non vi ha insegnato nulla” gridavamo sotto il palazzo della Regione Lazio, ma siamo rimasti inascoltati.

Chiediamo ancora una volta al presidente della Regione Lazio Zingaretti, all’assessore alla Sanità D’Amato e anche ai sindacati confederali, che nulla stanno facendo, di cambiare rotta, perché la nave sta affondando

USB Sanità Lazio

Roma 14-1-2022