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SANITÀ: USB, MANOVRA COLPISCE OPERATORI E CITTADINI. CHIEDIAMO UNA COMMISSIONE DI INCHIESTA SULLA GARANZIA DEI LEA

Roma -

“Dopo aver favorito per anni il radicamento dei privati nel business della sanità, e nonostante la sostanziale predilezione dei cittadini per il servizio pubblico, il Governo ha deciso di affondare definitivamente uno dei migliori sistemi europei per aprire agli speculatori finanziari, non ultimo quel sistema delle assicurazioni tanto apprezzato oltralpe ma privo di affidabilità nel bel paese”, osserva Sabino Venezia, del Coordinamento Nazionale USB Pubblico Impiego.

 

“Non riteniamo coraggioso il mancato rispetto della applicazione dei ticket annunciato dai alcuni Presidenti di regione – prosegue Venezia -  infatti saranno comunque costretti a reperire ulteriori soldi, dissanguando i cittadini, chiudendo ulteriormente servizi sanitari e posti letto e  licenziando i precari. Lavoratori e lavoratrici, cittadini e cittadine non vogliono più continuare a registrare chiusure e disservizi, pensionamenti non sostituiti e precari licenziati, in nome di un deficit che non hanno voluto né prodotto, ma che così vengono costretti a pagare”.

 

Aggiunge il dirigente USB: “Sull’onda di un processo di presunta razionalizzazione, che non tiene conto degli sperperi e delle connivenze tra politica e amministratori inadeguati, e mentre anche il tanto decantato ‘privato di qualità’, come il San Raffaele di Milano, viene meno in termini di affidabilità economica e finanziaria, chiediamo l’immediata apertura di una Commissione parlamentare di inchiesta che verifichi se le Regioni, virtuose o sottoposte a piano di rientro, stiano effettivamente garantendo adeguati Livelli Essenziali di Assistenza, o se invece la prenotazione di una ecografia a 5 mesi, o il ricovero in barella per 10 giorni, non sia il sintomo di politiche sbagliate”, conclude Venezia.