Sciopero generale 13 dicembre: massicce adesioni nei trasporti. Vogliamo salario, tutele, sicurezza e democrazia sindacale, fermiamo la crociata antisciopero di Salvini
Lo sciopero nei trasporti dentro lo sciopero generale e generalizzato indetto da USB per la giornata di ieri è stato un indiscutibile successo oltre le aspettative.
Aldilà del previsto quanto patetico tentativo da parte delle aziende di trasporto di fornire percentuali inferiori, magari confondendosi tra organici in turno e organico totale, tutto il Paese ha constatato l'adesione massiccia che potremmo sintetizzare tra il 45 e il 90% nel TPL, intorno al 50% nei marittimi e superiore al 60% medio con punte fino all’80% nelle ferrovie. Ricordiamo che il trasporto aereo era stato escluso.
Ottime notizie dai porti dove adesioni, in particolare a Genova, superiori al 65% medio danno il segnale che la normalizzazione, tentata dopo il referendum truffa per il rinovo contrattuale, non è ancora passata.
Certamente su questo sciopero ha influito la rabbia per l'ennesima morte sul lavoro nelle ferrovie di Guglielmo Mariello, macchinista di Mercitalia investito nel reggiano, con il coinvolgimento di molti ferrovieri; ma anche e soprattutto la folle crociata del ministro Salvini contro lo sciopero, che non ha fatto altro che far detonare l'ennesima bomba.
Crediamo che, come in molti altri settori del Paese, USB sia stato il megafono di un profondo disagio sia di carattere generale per le condizioni del lavoro in Italia e in contrasto con le politiche governative incluso il ddl 1660, ma anche per la situazione specifica del settore.
Infatti, l'adesione a questo sciopero rispecchia la medesima partecipazione ai precedenti scioperi dei vari settori dei trasporti che non si vedevano da molti anni, sintomo di un profondo disagio al quale andrebbe dato risposta.
Il comparto dei trasporti è stato quello dove più forte è stato l'impoverimento dei salari, più alta la forzatura a peggiorare le condizioni di lavoro e la precarizzazione dei rapporti, uno dei quali dove si è sentito maggiormente il problema della salute, della sicurezza e dell'incolumità dei lavoratori e lavoratrici.
Un comparto sentinella del declino di questo Paese, dove si fanno profitti ma ai lavoratori non si lasciano neanche le briciole. A questo si aggiunge un problema drammatico di democrazia: un sistema anchilosato di relazioni industriali si è chiuso nel suo fortino di reciproco riconoscimento con le aziende, oramai escludendo sistematicamente le categorie dalla discussione, come accade nel Gruppo FSI, nei Porti, negli aeroporti e nel TPL.
Per questo motivo le tensioni nei trasporti sono destinate ad aumentare, invece che diminuire.
Il ministro Salvini, invece di lanciare crociate folli senza il supporto della legge e causando i maggiori disservizi ai cittadini, si dovrebbe, finalmente, preoccupare di questo.
Alcuni dati delle adesioni nel settore dei trasporti pubblici locali, che mostrano l’adesione massiccia ad uno sciopero necessario:
Roma 90%
Bologna 80%
Modena 60%
Brescia 80%
Torino 70%
Trieste 70%
Cagliari oltre 40%
Ferrovienord, Emilia Romagna/ Lombardia nessun treno circolante
Milano 70%, sospese le linee metro M1, M2, M3, sospesa tratta di linea M5
Genova 50%
Gorizia e Monfalcone, urbano 80%, extraurbano oltre 70
Pesaro 30%
Provincia di Fermo circa 50%
Perugia 90%
Terni 60%
Vicenza 50%
Regione Puglia 80%
Regione Campania:
EAV, ferme Cumana e Circumflegrea, 60% Circumvesuviana, Bus oltre 50%
ANM, trasporto di superficie 65% circa, al cambio pomeridiano ferma funicolare di Mergellina e Centrale
AIR Campania, oltre 40%
ATC Capri, oltre 60%
Livorno 70%
Modena 60%
Venezia 80 %
Regione Sicilia 80%
Unione Sindacale di Base - Trasporti