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Sciopero nazionale ferrovie 25/26 gennaio: adesione massiccia, adesso parte aziendale e governativa aprano al confronto

Roma -

Ancora una volta abbiamo assistito a massicce adesioni allo sciopero indetto il 25 e 26 gennaio in tutto il settore ferroviario da USB, CUB, SGB e dall’Assemblea Nazionale PdM/PdB.

L’8° sciopero per il contratto in un anno, ha registrato un’altra volta adesioni dal 70% in su con punte del 95/100% di tutti i settori dell’esercizio: dal personale viaggiante a quello di stazione, a quello della manutenzione infrastrutture di RFI, che da un anno è impegnato in ulteriori scioperi contro l’accordo del 10 gennaio 2024 e contro i criteri di super flessibilità dei nastri di lavoro.

È indiscutibile quindi la volontà dei ferrovieri di mantenere la mobilitazione a sostegno di un vero rinnovo contrattuale nazionale che ripristini tutele su salari, su salute e sicurezza, per la riduzione orario di lavoro, e che rilanci il ruolo delle lavoratrici e dei lavoratori dell’esercizio ferroviario a garanzia di un servizio pubblico in sicurezza e puntualità.

Ciò anche in risposta agli ultimi scomposti tentativi della commissione di garanzia e del Gruppo FSI di limitare ulteriormente il diritto di sciopero nel settore ferroviario e nei trasporti in generale, ma che si rivolge anche all’opinione pubblica, che dopo il chiodo è stata investita nelle scorse settimane da allarmi circa possibili sabotaggi per giustificare i disagi alla circolazione. Invece, a essere sabotate sono sicuramente le condizioni di lavoro quotidiane dei ferrovieri, gravate da organici insufficienti e inadeguati, da orari e nastri di lavoro insostenibili e da problemi anche di incolumità.

Di fronte di questa ennesima massiva partecipazione e determinazione di tutti i ferrovieri, adesso è davvero il momento che le parti aziendali e governative aprano il confronto con questo movimento sui rinnovi contrattuali in corso nel Gruppo FSI e nelle aziende di trasporto ferroviario, superando un sistema di relazioni oramai avvitato su stesso oltre che antidemocratico.

Infatti, è tutto il sistema delle rappresentanze sindacali dei trasporti a essere in crisi, come dimostrato dagli ultimi rinnovi contrattuali insufficienti e inadeguati nei porti, negli autoferrotranvieri e della logistica, per i quali si sta impedendo persino di fare delle vere consultazioni tra i lavoratori onde evitare il dissenso che sta montando.

L’adesione agli scioperi è la primaria dimostrazione di consenso che non si può continuare a ignorare! 

Senza l’apertura di un vero confronto sulle rivendicazioni dei ferrovieri la lotta non si fermerà e la colpa dei disagi derivanti dalle protratte azioni di sciopero sarà da imputare all’arrogante indifferenza dei responsabili di governo dello Stato e delle aziende.

E se non ascolteranno, valuteremo se e come andare a farsi vedere e sentire sotto le finestre dei loro palazzi.