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Sciopero precari di università e enti di ricerca: iniziative in tutta Italia per la stabilizzazione dei precari e contro l’uso della ricerca a scopi bellici

Roma
Nazionale -

Cortei, presidi e assemblee hanno caratterizzato la giornata di sciopero dei lavoratori precari proclamata per oggi 12 maggio da USB PI per i settori Università e Ricerca, raccogliendo l’appello delle Assemblee Precarie delle Università.

La grande partecipazione e la determinazione messa in campo da parte di lavoratori e lavoratrici insieme agli studenti rappresentano un chiaro segnale per il Governo Meloni, ma che temiamo quest’ultimo non si renderà disponibile a raccogliere.

Nelle numerosissime iniziative che si sono svolte in tutta Italia il NO alla precarizzazione selvaggia con l’espulsione di migliaia di precari e precarie si è facilmente coniugato con il NO alla guerra e all’utilizzo della Ricerca come strumento di morte. A Bologna, Palermo, Genova, Roma, Torino, Milano, Bari, Pisa ed in molte altre città si sono svolte iniziative che in molti casi sono uscite dagli atenei per invadere le strade delle città, come la manifestazione pisana che si è snodata tra CNR e Università. A Roma, oltre alla manifestazione a Sapienza, si è svolto un presidio al MEF di USB PI e Cambiare Rotta durante il quale una delegazione è stata ricevuta e ha consegnato una lettera indirizzata al Ministro Giorgetti.

Nella lettera è sostanzialmente riportata la piattaforma sulla quale USB PI ha proclamato lo sciopero del 4 aprile e di oggi, 12 maggio, che nei punti principali chiede di dirottare le risorse destinate al riarmo e alle spese militari, nonché quelle nella disponibilità delle Regioni, sul sistema della Ricerca Pubblica: a partire da un piano straordinario di assunzioni che preveda la stabilizzazione di tutti i precari, ricercatori e non, nei ruoli delle Università, oltre alla proroga degli attuali contratti nelle more della stabilizzazione.

La precarizzazione selvaggia, il licenziamento di massa dei precari, i tagli alle Università e agli Enti di Ricerca, sono legati dal comun denominatore dell’economia di guerra che sta trasformando settori nevralgici del nostro Paese in senso bellicista. Per questo il MEF, luogo simbolo dove si pianificano le scelte economiche del Governo, rappresenta uno dei punti nevralgici dove portare la protesta contro le scelte nefaste del governo Meloni che si stanno abbattendo sul sistema della Ricerca Pubblica ed in particolare sulle lavoratrici e sui lavoratori precari.

La giornata di oggi, 12 maggio, segna sicuramente un punto importante di un percorso che per USB non parte e non si esaurisce con questa straordinaria giornata di lotta. Siamo determinati a portare avanti le lotte, anche in contesti più larghi e aperti al confronto con tutte le realtà che animano questa vertenza, perché ne va del destino di migliaia di precari, del futuro della Ricerca e del nostro Paese.