Scissione Acea Energia – Acea Energy Management: forti perplessità su un’operazione che appare come mera esternalizzazione
Esprimiamo forti perplessità in merito al progetto di scissione parziale e proporzionale di Acea Energia S.p.A. in favore di Acea Energy Management S.r.l., comunicato ai sensi dell’art. 47 della Legge 428/1990.
Lo abbiamo ribadito oggi alla dirigenza ACEA in sede d’incontro congiunto con le altre Organizzazioni Sindacali: siamo preoccupati circa la strategia di esternalizzazione senza un piano di rilancio chiaro e definito. Troppe sono, infatti, le incognite operative da risolvere.
A fronte delle motivazioni ufficialmente dichiarate — di presunta riorganizzazione industriale e di efficientamento — appare invece evidente come l’operazione si configuri come una mera esternalizzazione del ramo “Energy Management”, finalizzata a sottrarre tale perimetro dall’acquisizione finale da parte di EniPlenitude che dovrebbe vedere la sua conclusione entro giugno 2026.
Un’operazione di “depurazione”, in vista del closing, che solleva più di un dubbio sulla reale natura e sugli obiettivi industriali di lungo periodo.
Tante sono preoccupazioni per la tutela dei lavoratori.
Le nostre perplessità si concentrano innanzitutto sulla tutela occupazionale e contrattuale dei dieci lavoratori interessati dal trasferimento. Sebbene le rassicurazioni pervenute da parte della dirigenza ACEA restano per noi irrisolti sul lato pratico due punti fondamentali:
- Solidità economica: il passaggio da una S.p.A. con diversi milioni di capitale sociale a una S.r.l. con appena 100.000 euro riduce drasticamente le garanzie patrimoniali per i lavoratori, esponendoli a maggior rischio in caso di future ristrutturazioni o liquidazioni.
- Tutela dell’occupazione e repêchage: la nuova società, di dimensioni ridotte, non potrebbe garantire le stesse opportunità di ricollocazione interna oggi presenti in Acea Energia. In caso di calo delle attività o variazioni contrattuali, le possibilità di salvaguardare i posti di lavoro sarebbero infatti estremamente limitate.
Riteniamo che qualsiasi riorganizzazione debba poggiare su basi trasparenti e verificabili, a partire da un piano industriale chiaro e dettagliato, che ad oggi non è stato fornito, ma che ACEA si è impegnata a riproporle in un successivo confronto nel quale auspichiamo possa essere avviata una discussione più estesa e che riguardi il piano complessivo e non solo quello di energy management.
Senza tale approfondimento, e senza un confronto diretto con i lavoratori coinvolti, non possiamo condividere, né tanto meno sottoscrivere, l’operazione proposta.
La scelta di riversare personale in una società più piccola, senza garanzie di crescita e stabilità, non può essere considerata un miglioramento né per i dipendenti né per l’intero gruppo. Al contrario, rischia di apparire come un atto di alleggerimento finalizzato a rendere più agevole la futura cessione del gruppo.
Come USB ribadiamo la nostra perplessità nel firmare il documento di scissione nelle attuali condizioni.
Chiediamo quindi l’avvio di un confronto approfondito, ampio e trasparente, con la presentazione del piano industriale e l’informazione diretta ai lavoratori sullo stato dell’operazione e sui suoi effetti reali.
Solo su queste basi potrà aprirsi una discussione seria e responsabile sul futuro del ramo Energy Management e sulle garanzie occupazionali di chi vi lavora.
Auspichiamo che questa esternalizzazione non rappresenti l’inizio di una politica di scorporazione dei vari rami che compongono il colosso dell’energia con l’intendo di alleggerire la società madre al fine di presentarla in forma snellita ai prossimi compratori. Le operazioni finanziarie e strategiche non possono essere condotte discapito dei Lavoratori. Su questo non siamo disponibili a transigere.
Coordinamento USB Acea Energia