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Scuola: occorre recuperare? Certo, i DIRITTI

Nazionale -

Non si è ancora formato il governo Draghi, ma è già partito l’attacco (scontato) ai lavoratori della scuola. Non inizia bene l’interim all’istruzione dell'ex governatore della BCE.

Il prossimo Presidente del Consiglio ha esternato l’intenzione di prolungare l’anno scolastico fino almeno alla fine di giugno per “recuperare quanto perso”. Ebbene, le lavoratrici e i lavoratori della scuola non possono accettare simili affermazioni.
Vogliamo ricordare al neopresidente Draghi che la scuola ha funzionato regolarmente in presenza dai nidi alla secondaria di primo grado. Alunni, docenti, personale ATA, dirigenti scolastici sono rimasti al loro posto di lavoro, con le sole eccezioni dovute a casi di contagio e a decisioni prese dal governo nazionale o locale. 
La scuola secondaria di secondo grado ha funzionato a distanza, con un metodo osannato quale panacea di ogni male (e in quanto tale abusato), garantendo la presenza agli alunni più fragili e per le attività laboratoriali. I docenti in DaD hanno lavorato pur essendo contagiati, se asintomatici, perché non in presenza. Sono state svolte lezioni, sono state effettuate valutazioni, sono stati convocati organi collegiali in quantità sproporzionata, non è stato rispettato il diritto alla disconnessione, causando anche gravi conseguenze sulla salute delle lavoratrici e dei lavoratori. Adesso la didattica in presenza è ripartita quasi ovunque al 50% o al 75% in presenza. Il personale ATA ha lavorato regolarmente nelle sedi scolastiche, garantendo la possibilità di vivere in sicurezza (rispetto al covid) negli edifici scolastici.
Docenti, personale ATA, dirigenti, studenti hanno messo ogni loro forza nel far funzionare un sistema che era chiaro non potesse funzionare e di cui USB Scuola ha dal primo momento denunciato i rischi. Ma il Ministero è andato avanti testardamente e ciecamente.
Adesso basta!
Recuperiamo i nostri diritti di lavoratrici e lavoratori. Il diritto a non dovere lavorare in postazioni arrangiate alla buona, ad esempio sul tavolo della cucina, il diritto a non estendere l’orario di servizio alle 24 ore, il diritto a lavorare per vivere e non a vivere per lavorare, il diritto al riconoscimento sociale e contrattuale di professionalità alte, concrete, consapevoli.
Recuperiamo il diritto a scuole agibili e sicure, a classi composte da massimo 15 alunni, alla stabilizzazione immediata dei precari con 3 anni di servizio attraverso una procedura per titoli e servizi, all’abolizione di contratti usa-e-getta come quelli per l’organico covid (che non è ancora correttamente retribuito), alla formazione gratuita per gli insegnanti di sostegno, ad un sistema integrato scuola-sanità-trasporti che garantisca in emergenza covid (e oltre l’emergenza) la massima sicurezza dentro e fuori dalle scuole.
Recuperiamo il diritto costituzionale allo Stato Sociale che mette al centro la Scuola e l’istruzione dei cittadini.
USB Scuola chiede che i soldi del Recovery Fund vengano investiti in questo e non foraggino il processo di digitalizzazione selvaggia e I sistemi di istruzione a distanza i cui effetti sono solamente deleteri per il presente e il futuro dell’Italia.