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SCUOLA: PARTECIPATISSIMI PRESIDI A SOSTEGNO DELLO SCIOPERO NAZIONALE ATA EX-LSU

Roma -

Oltre duemila lavoratori ATA, ex-socialmente utili delle scuole, hanno manifestato questa mattina in dieci città del centro-sud a sostegno dello sciopero nazionale del settore indetto da USB Lavoro Privato. I lavoratori hanno gridato a gran voce il loro no al fuoco incrociato di Ministero dell'Economia e Ministero dell'Istruzione, che hanno deciso la decurtazione del 50% delle risorse con conseguenti drastiche riduzioni del personale, dei salari e dei servizi, e delle lobbies dei consorzi che gestiscono l'appalto, i quali con la complicità di Cgil Cisl e Uil premono perché venga mantenuto a tutti i costi il lucroso meccanismo delle esternalizzazioni.

 

Nei vari incontri tenutisi a seguito dei presidi, partecipati come non mai, i lavoratori e la USB hanno ribadito ai rappresentanti delle Prefetture e degli Enti locali la necessità di rivedere il sistema degli appalti e di risparmiare risorse senza toccare i lavoratori e il servizio.  

Infatti il MIUR, nell'interesse collettivo, potrebbe decidere di reinternalizzare i servizi, coprire il 25% dei posti accantonati nell'organico ATA destinandoli all'assunzione diretta del personale ex-Lsu che da 15 anni opera nelle scuole, e di stabilire un pensionamento anticipato per quei lavoratori a cui manchino meno di tre anni al pensionamento. A parità di costi, questa operazione salverebbe i lavoratori e ottimizzerebbe il servizio, penalizzando  solo le imprese, che in questi anni hanno lucrato, ed i sindacati che hanno fatto tessere e clientele con la cogestione delle esternalizzazioni.

 

I rappresentanti delle istituzioni si sono impegnati a tenere specifici tavoli tecnici con i soggetti interessati, coinvolgendo anche i parlamentari locali, per valutare le opportune soluzioni; ad inviare ai vertici politici del MIUR delle note che rappresentino le richieste dei lavoratori ed a sollecitare le Regioni viste le ricadute occupazionali sui vari territori.

 

La lotta degli ex-Lsu continuerà con lo sciopero generale dell'11 marzo ed attraverso ulteriori e più forti iniziative di mobilitazione fino all'ottenimento di precise garanzie per una inversione di tendenza da parte del Governo e del MIUR.