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Semplificazione concorsi, uno specchietto per le allodole: alzare i salari e assunzioni stabili

Roma -

La corsa scomposta alla semplificazione dei concorsi è uno dei tanti frutti avvelenati del blocco pluriennale del turno over funzionale allo smantellamento della PA.

Le misure adottate dal Governo non hanno una ratio legata ad una programmazione, ma cercano esclusivamente di dare una risposta ai vuoti di organico negli enti pubblici che rappresentano una vera e propria emergenza, rischiando peraltro di ridurre la qualità delle selezioni. Peccato che il Governo continui ad eludere i veri nodi che sono al centro delle difficoltà legate al "ripopolamento" e alla riqualificazione del pubblico impiego: salari e risorse.

L'assenza di un piano assunzioni straordinario di almeno un milione di posti di lavoro - per provare ad avvicinare l'Italia alla media di altri paesi europei- e la volontà dichiarata di negare il rinnovo del contratto nazionale e con esso l'aumento dei salari, rappresentano i veri problemi che ostacolano un reclutamento numericamente significativo e di qualità.

Infine la smania di accorciare i tempi entra in palese contraddizione con la norma tagliaidonei approvata nella conversione in legge del DL sulla PA. Ci sono migliaia di idonei che aspettano solo di essere chiamati, così come migliaia di precari che chiedono la stabilizzazione, se c'è vera urgenza si parta da loro.

Unione Sindacale di Base