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SETA, l’integrativo aziendale divide e discrimina i lavoratori: respingiamolo!

Nazionale -

Sono passati dieci anni dalla nascita di SETA ma le diversità di trattamento e le discriminazioni tra i lavoratori e lavoratrici invece di essere eliminate si accrescono: tra i vari territori e anche tra assunti prima e dopo l’aggregazione delle aziende di trasporto pubblico di Modena, Reggio Emilia e Piacenza.

A fronte di un netto risparmio e di utili dell'azienda, sbuca all’improvviso una ipotesi di contratto integrativo aziendale, a firma delle sole Cgil Cisl Ugl, che conferma l'applicazione di addirittura sei diverse normative e regimi salariali: un accordo che serve a dividere, a creare confusione e discriminazioni tra chi svolge lo stesso lavoro.

Quello che si prevede in questo accordo è una flessibilità inaccettabile che riduce ancora di più i tempi di vita e che viene già ampiamente concessa da uno scandaloso CCNL che prevede la compensazione dell'orario di lavoro su una media di 26 settimane. Ci devono spiegare come un accordo sindacale può mettere in deroga le norme sulla durata massima dei turni extraurbani e turni misti.

Un accordo integrativo aziendale dovrebbe essere migliorativo rispetto al CCNL e rispettare o superare in meglio le leggi esistenti in materia: per i sindacati Cgil Cisl Ugl evidentemente è il contrario, gli accordi devono “accogliere” le richieste aziendali e non quelle dei lavoratori e lavoratrici.

È per questi evidenti motivi che contestiamo le procedure scelte per ottenere l’approvazione dell’ipotesi di accordo, procedure quantomeno sbrigative e che non consentono un vero contraddittorio tra le diverse posizioni e una verifica trasparente del risultato.

Per questo chiediamo alle lavoratrici e lavoratori di respingere l’ipotesi di accordo: abbiamo bisogno di un accordo che non deroghi in peggio i nostri diritti e che elimini discriminazioni, per la dignità di tutti e tutte.

USB Trasporti Emilia Romagna

Modena, 31/03/2022