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Sicurezza sul lavoro: le proposte del governo sono l’ennesimo imbroglio

Roma -

Le proposte che la ministra Calderone e il sottosegretario Mantovano hanno portato ai sindacati stamattina a Palazzo Chigi nascondono un nuovo imbroglio. Misure improvvisate e insufficienti, sulle quali non è nemmeno chiaro se ci saranno le necessarie coperture economiche. Concretamente si tratta di qualche centinaio di ispettori in più, che andranno a coprire il fabbisogno ma non le piante di organico mentre continueranno a mancare almeno 2000 ispettori, un aumento delle sanzioni per le imprese che utilizzano il subappalto in forme illegali e l’introduzione della patente a punti nei cantieri mobili, quasi esclusivamente edili, che tanto è stata invocata dai confederali.

La vera questione al fondo della condizione di abbassamento delle tutele sulla sicurezza, la ricattabilità alla quale sono sottoposti i lavoratori, non è stata nemmeno sfiorata. La delegazione dell’USB ha sottolineato la necessità di intervenire sui salari, sul sistema degli appalti e sulla necessità di rompere il legame tra contratto e permesso di soggiorno, tutti fattori che incidono sulla ricattabilità di chi lavora. In particolare abbiamo chiesto che tutti i lavoratori in appalto godano degli stessi trattamenti e delle identiche garanzie dei lavoratori diretti e che si ristabiliscano criteri oggettivi alla base degli appalti, rompendo con la logica di risparmiare sulla pelle dei lavoratori e deresponsabilizzare le direzioni aziendali.

Il sottosegretario Mantovani ha ribadito la contrarietà alla introduzione del reato di omicidio sul lavoro, trincerandosi dietro le stesse giustificazioni del ministro Nordio. USB gli ha ricordato come l’assenza del reato abbia consentito in tutti questi anni che migliaia di omicidi e centinaia di migliaia di infortuni gravi siano potuti rimanere impuniti, mentre c’è bisogno di procedure certe per individuare le responsabilità penali dei padroni e rendere giustizia ai parenti delle vittime.

Sulla necessità di aumentare i controlli USB ha ricordato come solo una parte degli ispettori del lavoro e di quelli tecnici sia entrata effettivamente in servizio, giacché molti si sono ritirati davanti a condizioni stipendiali da fame, insostenibili soprattutto quando si è costretti a prendere servizio a centinaia di km da casa. Su questo la ministra Calderone ha promesso altri 800 nuovi ingressi e incrementi stipendiali sul lato del salario accessorio, anche se non ha affatto chiarito da dove verranno reperite le risorse aggiuntive.

USB ha anche sostenuto la necessità di garantire agli RLS condizioni di non ricattabilità, mettendoli al riparo dalla rappresaglia dei padroni e ha proposto il ricorso alla procedura d’urgenza come da art.28 dello Statuto dei lavoratori, quando vengono denunciate inadempienze in materia di salute e sicurezza del lavoro.

Infine, la delegazione USB ha ricordato che da mesi sta raccogliendo decine di migliaia di firme a sostegno di una legge per introdurre il reato di omicidio sul lavoro e che si rivolgerà ai presidenti di Camera e Senato affinché la discussione arrivi nelle aule parlamentari. Il governo Meloni non può pensare di cavarsela con queste misure estemporanee, seguendo la filosofia che “bisogna lasciar lavorare le imprese”, ma intervenire con misure strutturali che chiamino i padroni a rispondere della loro pretesa di risparmiare sulla vita delle persone.

Unione Sindacale di Base