Sicurezza sul lavoro, USB: servono misure urgenti che perseguano chi specula sulla vita. Introdurre il reato di omicidio sul lavoro e potenziare il ruolo degli RLS
In occasione della giornata sulla salute e sicurezza sul lavoro, lo scorso 28 aprile, la Ministra Calderone ha dichiarato che “sicurezza sui luoghi di lavoro significa tutelare la vita umana”: un’affermazione che stride con una realtà in cui, purtroppo, le morti sul lavoro sono in costante aumento. Da oltre un anno esiste un gruppo di lavoro istituito dal Ministero della Giustizia e coordinato dal vice Ministro Sisto, ma quelle misure urgenti e necessarie per fermare la strage di lavoratrici e lavoratori, ancora, non sono state approntate.
La riforma sembra essere in arrivo, ma il Governo è orientato a un modello basato sulla prevenzione e con meccanismi premiali per le cosiddette aziende “virtuose”. Questo impianto, purtroppo, non tiene in conto le tante volte in cui per aumentare i profitti si risparmia su misure e dispositivi salvavita: introdurre la fattispecie di reato dell’omicidio sul lavoro potrebbe, finalmente, porre un effetto di deterrenza. Su questo esiste da tempo una proposta di legge elaborata da USB insieme all’associazione Rete Iside.
Allo stesso modo è fondamentale anche un rafforzamento del ruolo degli RLS: anche in questo campo USB e Rete Iside hanno approntato una proposta di legge. Vogliamo potenziare il ruolo degli RLS, dando loro maggiori strumenti di intervento e soprattutto maggiori tutele per eliminare il rischio di rappresaglie dopo eventuale denuncia; ma servono anche più ispettori, con gli attuali 3000 decisamente insufficienti per controllare milioni di aziende, così come affermare il diritto all’autotutela di lavoratrici e lavoratori: ad oggi, infatti, ci si può astenere dal lavoro solo in caso di pericolo grave ed immediato, una condizione che riteniamo molto riduttiva.
Unione Sindacale di Base