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Slang-USB: “Quale futuro per l’archeologia?”. A Napoli la presentazione del manifesto e dello sportello di settore, verso una sindacalizzazione della professione archeologica

Roma -

Si è svolto ieri presso il Laboratorio Zero81 di Napoli il primo incontro di presentazione del manifesto programmatico sull’archeologia italiana e dello sportello sindacale per il settore archeologico, creato da Slang-USB insieme alle archeologhe/agli archeologi dell’associazione Mi Riconosci?

Il manifesto, scritto nel 2022, ha rappresentato un primo tentativo di definizione dei problemi strutturali che l’archeologia italiana sta vivendo nell’ultimo periodo. Quest’ultima è infatti stretta tra due contradditorie esigenze: da un lato quella collettiva di tutela del patrimonio e di accrescimento della sua conoscenza attraverso attività di ricerca, dall’altra quella di inserirsi competitivamente all’interno del mercato del lavoro. Proprio da questa esperienza è nato un gruppo di lavoro condiviso, che è arrivato a una embrionale forma di organizzazione sindacale della professione: da poco è operativo lo sportello online per l’archeologia (contattabile scrivendo a sportelloarcheologico@gmail.com) a disposizione per richieste, segnalazioni e assistenza legale e sindacale.

Nel settore pubblico, dove non si portano avanti adeguati piani di assunzione da tempo, i posti di lavoro residui sono così pochi da costringere ad una sfrenata competizione per l’accaparramento. Nel settore privato, buona parte delle archeologhe/degli archeologi è impiegata in edilizia nell’archeologia preventiva e l’assistenza in corso d’opera sui cantieri, dove il sistema degli appalti è del tutto deregolamentano e spesso dominano dinamiche di competizione a ribasso alle quali è estremamente difficile sottrarsi. Tra compensi a cottimo e incarichi perlopiù di breve, ci chiediamo sempre più come difenderci dalle pratiche illecite e come arginare le imprese che offrono condizioni svilenti e a ribasso, spesso imponendo finti rapporti di lavoro autonomo gestiti con le prassi del lavoro dipendente.

La contrattazione di settore, inoltre, vede la figura dell’archeologo/a inserita nel CCNL Edilizia dai primi anni Duemila, senza che vi abbia corrisposto, nel corso del tempo, un adeguamento dei livelli di inquadramento commisurato alla natura delle diverse mansioni e al grado di specializzazione richiesto, né un innalzamento proporzionato delle tabelle retributive. Nei pochi casi in cui si viene assunti/e come dipendenti, tra l’altro, il CCNL Edilizia viene sistematicamente eluso in favore di contratti come il CCNL Multiservizi, poveri e inadatti ad inquadrare le effettive attività svolte e le elevate competenze richieste.

Ciò a cui siamo abituati/e ad assistere, quindi, è il progressivo abbandono della professione da parte di tanti/e colleghi/e, che cambiano mestiere e settore pur di non sottostare ad un mercato del lavoro impoverito, precarizzato e atomizzato.

L’evento ha avuto un buon riscontro, riuscendo a coinvolgere anche elementi provenienti dall’ambito universitario e quindi ancora in formazione, con un dibattito pieno. Molto apprezzato l’intervento dell’avvocato Bartolo Mancuso di Slang-USB, che ha fornito spunti di riflessione e rudimenti giuridici.

Vogliamo invertire la rotta. Vogliamo recuperare i diritti basilari che abbiamo perso, promuovere l’alfabetizzazione sindacale della professione archeologica e delle professioni culturali, liberare la nostra figura professionale dagli interessi privatistici di pochi e restituirle il proprio ruolo sociale. 

Vogliamo costruire un’altra archeologia.

Uniti/e si vince!

Slang-USB