Stabilizzare i precari per liberare la ricerca universitaria: 27 marzo presidio a Piazza Vidoni e 4 aprile sciopero
Qualcuno, probabilmente, si indignerà di fronte alla nostra proposta di stabilizzare i precari universitari come tecnologhe e tecnologi. Già sentiamo il coro dei tromboni che la bollerà come offensiva, a difesa dello status quo fatto non solo di precarietà, ma soprattutto di abuso di potere da parte del baronato ancora imperante nei nostri atenei.
Altri sosteranno la vecchia teoria del ‘todos caballeros’, criticando le assunzioni di massa e indiscriminate, anche in questo caso a difesa del sistema baronale dei concorsi che, solo per dirne una, è a dir poco penalizzante per le donne: basta guardare i dati.
Ma siamo anche sicuri che dopo decenni di chiacchiere, di assemblee che ripercorrono gli stessi schemi, in cui soloni diversamente prezzolati dal sistema sostengono la centralità della didattica e della ricerca, non offrendo alcuna soluzione, sia necessario puntare al sodo. Lo abbiamo fatto negli enti di ricerca, intendiamo farlo nelle università, perché sottrarre i ricercatori al giogo della precarietà significa non solo dare diritti a chi oggi non ne ha, ma significa anche liberare la Ricerca e restituirle dignità.
Stabilizzare significa dare un contratto che può progredire economicamente e come tutele. Non si diventa ordinari, ma si rimane pagati dignitosamente nell’università, ci si libera del ricatto delle scadenze contrattuali.
E ci si può organizzare sindacalmente, insieme con tecnici ed amministrativi, ricomponendo quei soggetti lavorativi che pur essendo entrambi essenziali per le università raramente hanno dialogato. Salari, carriere, dignità e diritti. Cose concrete.
Si siamo certi che la nostra proposta non è un volo pindarico. È concretezza, quella che ti consente di arrivare a fine mese e ti fa continuare a fare quello che ti piace e per cui hai studiato, senza ricatti.
E per fare diventare la proposta concreta l’abbiamo già presentata in parlamento, come emendamento al DL Zangrillo. Un piano in due step: il primo è ottenere la continuazione contrattuale, il secondo sarà il piano straordinario di stabilizzazioni. Proposta che sosterremo in piazza già il 27 marzo ed il 4 aprile, con lo sciopero per l’intera giornata del personale tecnico amministrativo, bibliotecario, dei ricercatori e del personale docente.
Con USB, per una ricerca ed una università libere!
Presidio 27 marzo 2025, ore 11 piazza Vidoni Roma.
USB Ricerca