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Stellantis: sciopero a Torino. Una pezza, per coprire un disastro, ma serve rompere con le politiche industriali degli ultimi 20 anni

Torino -

Ci sono proprio tutti, non manca più nessuno e proprio per questo c'è da diffidare. La stampa lo indica come un fatto storico e in effetti lo è: Fiom-Cgil, Fim-Cisl, Uilm-Uil, Fismic Confsal, UglM e Aqcf decidono di scioperare tutti assieme per “salvare l’Industria dell’auto italiana” e di preservare in particolare lo stabilimento di Mirafiori, colpito nelle ultime settimane dallo stop che ha azzerato la produzione delle Maserati nel sito Torinese, fatto gravissimo.

Un fatto storico, certo perché questo sciopero è una dichiarazione di sconfitta e di colpevolezza di quelle organizzazioni che fino a qui si sono rese complici della dirigenza Stellantis e delle sue decisioni, coprendo queste scelte non solo con dichiarazioni tranquillizzanti ai limiti del ridicolo, ma perseguendo politiche sostenitrici di questo processo di depauperamento industriale attraverso la firma di  accordi che hanno permesso prima la cancellazione di diritti e poi l’uscita di migliaia di lavoratori dagli stabilimenti in assenza di vere garanzie industriali.

Il fallimento di “Fabbrica Italia”, progetto sostenuto a colpi di referendum ricattatori e di contratti che hanno fatto tabula rasa di diritti, anche indisponibili, è oggi davanti gli occhi di tutti. Le fabbriche, spogliate da ogni elemento di strategicità, con lavoratori ridotti a fare i conti con una condizione di lavoro insostenibile, sono state rese indifendibili dietro la condivisione di ogni passaggio, dalla nascita di FCA fino all’abbandono del campo da parte degli Agnelli/Elkann che piuttosto di investire nell’elettrico in Italia hanno preferito consegnare l’azienda ai francesi.

Il prezzo pagato dai lavoratori, a cui veniva detto di sacrificarsi per poter lavorare, non trova oggi alcuna ricompensa. La verità è che quel sacrificio serviva a smontare e a destrutturare pezzo pezzo il diritto del lavoro in Italia. Altro che salvare gli stabilimenti FIAT.

Per USB è necessario rompere radicalmente con le politiche industriali e sindacali che hanno contraddistinto gli ultimi 20 anni. La crisi che oggi sta colpendo il settore dell’auto rischia di essere affrontata invece con la solita piece teatrale a cui poi fa seguito la ritirata, l’ennesimo scambio, l’ennesima perdita di diritti e occupazione.

USB sosterrà sempre le lotte delle lavoratrici e dei lavoratori per conquistare diritti e difendere l’occupazione, ma serve un’operazione di verità. Lo stesso sciopero unitario previsto a Mirafiori ci sembra la solita bandiera per poter dire di aver fatto qualcosa...ma gli altri stabilimenti rimangono in disparte, ci si guarda bene da coinvolgere quelli dove vengono erogati premi cospicui e dove si continua fare contrattazione come se nulla accadesse. Idem per gli accordi di fuoriuscita su base volontaria.

Si alle lotte delle lavoratrici e dei lavoratori in Stellantis!

No a chi prende in giro i lavoratori dopo averli svenduti!

 

USB LAVORO PRIVATO - INDUSTRIA NAZIONALE