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STM audizione in regione Lombardia: no al piano industriale che ipoteca futuro e occupazione

Roma -

Si è svolta l'audizione in V Commissione della Regione Lombardia sulla Stm di Agrate Brianza. Unanime la richiesta di ritirare il piano industriale che prevede 1400 esuberi su Agrate.

Tutte le istituzioni locali si sono espresse contro i licenziamenti e per lo sviluppo del sito di Agrate, per altro gia sostenuto da investimenti pubblici ad ogni livello.

Il 28 luglio andiamo all'incontro convocato dal Ministero del Made in Italy, forti dei mesi di mobilitazioni e del consenso che i lavoratori dell’Stm di Agrate hanno raccolto nel territorio.

Le aziende del settore stanno registrando una flessione, ma la previsione è di un forte rilancio del settore dei semiconduttori. I lavoratori non possono pagare gli errori e le scelte del management.

Il piano industriale proposto dall'azionista francese è a nostro avviso orientato a raggiungere 3 linee e obiettivi:

  1. scaricare il costo del lavoro soprattutto attraverso i 1400 esuberi su Agrate;

  2. prepararsi a cogliere la ripresa spostando la produzione e progettazione di alto livello in Francia;

  3. mettere in competizione gli stabilimenti con produzione con minore valore aggiunto.

Il piano presentato il 10 aprile da STM, non dichiarava esuberi e anzi STM metteva nero su bianco che non avrebbe agito in maniera unilaterale. La realtà oggi ci racconta che STM sta spostando macchinari e attività, mettendo in discussione il futuro occupazionale di 1400 dipendenti.

Un terzo dei lavoratori di Agrate!! All'incontro di oggi in regione Lombardia erano presenti anche il Ministero del Made in Italy. Al Ministero, il 28 luglio, ci aspettiamo che il ministero non ci parli di mitigazione, di esuberi ed esodi, ci aspettiamo una presa di posizione forte a difesa del patrimonio industriale, fatto di lavoratrici e lavoratori e di competenze. Ci aspettiamo che sia il governo a prospettare un piano industriale che al pari dello stabilimento di Catania metta investimenti e idee per gli stabilimenti Italia di STM.

Non è pensabile lasciare alla componente francese un settore che vede il suo futuro legato alle principali filiere e infrastrutture.

Chi prende investimenti pubblici non può licenziare

 

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