Tavares: ti hanno venduto FCA, ma i lavoratori non sono mai stati in vendita
La visita presso lo stabilimento Stellantis di Atessa, quello dei record per intenderci, da parte del CEO Stellantis poteva essere un’occasione per confrontarsi su tanti temi, presenti e futuri, che riguardano i lavoratori ed il territorio che hanno scritto un pezzo importante dell’automotive italiana. Ciò non accadrà perché un vero confronto sindacale, plurale e democratico, all’interno di FCA prima e Stellantis oggi è limitato da un contratto capestro (CCSL) sottoscritto da OO.SS. senza il consenso dei lavoratori. Lo stabilimento di Atessa è stato, ed è, una gallina dalle uova d’oro per gli azionisti eppure le certezze per il futuro non sono chiare e ciò è dovuto anche alla nascita di uno stabilimento in Polonia che produce veicoli leggeri oltre che all’impatto della transizione energetica. Da quando è avvenuta la vendita di FCA, che ha fruttato un pacco di miliardi di euro agli azionisti, si è materializzato il pericolo che avevamo paventato ovvero un lento disimpegno verso gli stabilimenti italiani e la loro marginalizzazione: Melfi, Cassino, Mirafiori, Pomigliano, Termoli, ecc. colpiti da costante ricorso ad ammortizzatori sociali, e ad Atessa la perdita di un migliaio di posti di lavoro con la mancata conferma dei lavoratori con contratti precari (oltre 7000 unità in meno in tutti gli stabilimenti). L’unico mantra del CEO Tavares è quello del taglio dei costi che hanno generato condizioni di lavoro sempre più pesanti e ricadute pesantissime sui lavoratori delle aziende in appalto e dell’indotto. L’USB da tempo chiede investimenti importanti per il sito di Atessa perché gli anni passano e gli impianti iniziano a risentire dei ritmi elevati sostenuti per essere definito lo stabilimento dei record. Preoccupano anche le ricadute sulla sicurezza e a testimoniarlo vi sono i ripetuti casi di situazioni di pericolo nelle officine avvenuti negli ultimi mesi. La politica regionale dovrebbe chieder conto al CEO Stellantis anche del fatto che con il costante ricorso a lavoratori in trasferta, anche forzata, da altri siti produttivi si nega la possibilità di futura occupazione per i giovani del territorio, ma temiamo che il silenzio degli ultimi anni continuerà lasciando mano libera agli interessi aziendali che vanno in tutta altra direzione. L’USB chiederà anche al tavolo ministeriale sull’automotive, convocato per il primo febbraio dal Ministro Urso, di legare gli incentivi statali a precisi impegni occupazionali, dal punto di vista numerico e della stabilità, e di investimenti certi. La complicità dei sindacati firmatari del CCSL permette a Stellantis di dettare la propria agenda ma vorremmo ricordare al CEO TAVARES che ha acquistato FCA ma NOI non eravamo, e non siamo, in vendita.
Lanciano, 22/01/2024
Coordinamento USB lavoro privato Chieti/Pescara
Coordinamento nazionale USB in Stellantis