Tavolo emergenza calore: servono misure di legge forti e assunzione di responsabilità da parte del Ministero
Oggi 7 settembre l'Unione Sindacale di Base è stata convocata presso il Ministero del Lavoro per continuare la discussione in merito alla cosiddetta "emergenza calore", discussione scaturita agli inizi di luglio a fronte di un susseguirsi di decessi concentrati in pochi giorni, scaturiti dall'ondata di caldo di quei giorni.
Va detto subito che il nostro giudizio sul protocollo proposto dal Ministero è assolutamente negativo.
La discussione, ha fatto sì che il Governo spogliasse completamente il testo, in particolare dopo le indicazioni delle associazioni datoriali. Non ci sono previsioni ne indicazioni stringenti. Non c'è alcun elemento di deterrenza, se non l'indicazione che la scelta sulle misure di sicurezza vengono demandate alla contrattazione delle categorie, fatto per noi inaccettabile perché non è possibile che la materia di salute e sicurezza sia legata ai rapporti di forza delle singole categorie.
Al Governo abbiamo chiesto un intervento legislativo diretto, un assunzione di responsabilità in particolare laddove le temperature superino i 30 gradi: in questi casi le attività devono fermarsi e le aziende devono integrare lo stipendio dei lavoratori a fronte dell'utilizzo di ammortizzatori sociali.
In parallelo, un eventuale protocollo deve essere discusso non in queste riunioni "calderone" ma in tavoli specifici e tecnici dove individuare le misure idonee, da poter imporre alle aziende in modo stringente.
Per USB si parla di emergenza solo quando le persone muoiono. Non c'è nessuna emergenza e anche la questione delle temperature va vista e gestita come un tema ripetibile e strutturale. Abbiamo fatto presente al Ministero come ci sia anche un problema lessicale in merito a questo argomento. Chiamarla emergenza significa non aver cognizione politica del problema e a rappresentarlo bene è la recente tragedia di Brandizzo, a ricordarci come le pratiche a volte superano di gran lunga la fantasia.
USB ribadisce la necessità di aver un quadro normativo capace di fare da deterrente e con queste motivazioni ribadiamo la necessità di introdurre il reato di omicidio e lesioni gravi e gravissime sul lavoro. In questi giorni è partita la raccolta firme (anche online) per la proposta di legge di iniziativa popolare, che va sostenuta con forza e promossa nei luoghi di lavoro.
Unione Sindacale di Base
Continueremo inoltre promuovere forme di lotta laddove non siano riscontrate mancanze o misure inadeguate a gestire il rischio. La sicurezza deve essere vista materia su cui agitare i lavoratori soprattutto dove questa sia vista dalle aziende come orpello organizzativo davanti alla richiesta continua di aumento della prestazione lavorativa.