Terzo sciopero della manutenzione RFI: centinaia a Firenze contro l’accordo del 10 gennaio
Eravamo in centinaia a Firenze per fare il punto sulla lotta operaia contro l’accordaccio ferroviario del 10 gennaio scorso tra RFI e CgilCislUilOrsaUglFast; ancora tutti scioperanti per la terza volta in tre mesi, anche in risposta alle intemperanze societarie delle ultime settimane e “per memoria” delle arroccate compagini sindacali firmatarie.
Per quanto da parte dei firmatari la si voglia buttare sul burocratico, la parte societaria con le pretese di legittima unilateralità organizzativa e quella sindacale firmataria che regge bordone al tentativo managerial/padronale di sfondare gli ultimi capisaldi contrattuali del settore manutenzione infrastrutture di RFI, continuando a attribuirsi una rappresentatività a questo punto tutta da verificare, resta che oggi i ferrovieri interessati hanno per la terza volta ribadito la loro determinazione a farsi carico dell’impegno di lotta necessario per la revoca dell’accordo nazionale del 10 gennaio 2024; passi questa per ogni possibilità: dal ritiro unilaterale delle firme delle singole OO/SS nazionali stipulanti, alla unitaria presa d’atto delle parti firmatarie che quell’accordo non è passato al vaglio del consenso dei lavoratori interessati.
Dentro questa vertenza si pongono a questo punto problemi di fondo, come quello della democrazia sindacale, base di ogni possibilità di reale rappresentanza degli interessi dei lavoratori, che i ferrovieri del settore stanno facendo emergere ponendo sempre più in chiaro l’incongruenza tra la portata dell’attacco all’orario contrattuale e alle loro condizioni di vita e di lavoro e la validità di rappresentanze nazionali e soprattutto unitarie nelle delegazioni territoriali che pretendono di sottoscrivere siffatti accordi in loro nome, pure essendo clamorosamente tri-sconfessate le prime e decadute ormai da sei anni le altre. Vale la pena ricordare oggi che gli accordi territoriali sottoscritti successivamente a Reggio Calabria, Cagliari, Genova e Venezia, sono da ritenersi non regolarmente validati ai sensi della normativa vigente sulla rappresentanza e sulla contrattazione aziendale di secondo livello, proprio per il protratto mancato rinnovo delle RSU, e che i lavoratori di quelle DOIT oggi erano a Firenze insieme agli altri di tutta Italia a dirsi non piegati dall’arrogante autoreferenzialità delle compagini firmatarie e a sostenere la protesta generale contro l’accordo del 10 gennaio.
Con questo terzo sciopero i lavoratori hanno confermata la volontà della presa di parola sulle loro condizioni di lavoro e di vita, volontà a cui continueremo a fornire contributo per lo sviluppo con indicazioni di contingenza e di prospettiva, a fronte delle attuali scomposte pretese societarie e della loro funzione impositiva di ulteriore deregolamentazione della facoltà organizzativa nella manutenzione infrastrutture ferroviarie nazionali; in epoca PNRR.
Da oggi i ferrovieri del settore continueranno la loro azione di lotta attraverso lo sciopero dello straordinario di cui alla nostra proclamazione fino al 23 maggio e porranno in atto tutte le iniziative concordate in ambito assembleare per contrastare le attuali arbitrarie e illegittime pretese aziendali di programmazione delle prestazioni di lavoro. La mobilitazione di tutti i ferrovieri continua inoltre con gli scioperi giornalieri a partire dal prossimo 16 maggio per la rivendicazione del ripristino di garanzie contrattuali per la salute, la sicurezza, la dignità economica e professionale: una rivendicazione che si pone in diretto contrasto con le strette economico sociali governative degli ultimi decenni che l’attuale esecutivo sta rendendo intollerabili per il loro legame con le politiche di sostegno all’economia di guerra globale.
Contro queste politiche, dunque, è bene si rivolga direttamente la lotta dei ferrovieri e che questa diventi presto indicazione di mobilitazione per gli altri lavoratori del Paese.
Aumenta la crisi, aumenta la lotta!
USB Lavoro Privato – Attività Ferroviarie