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Argomento:

Tim, appello a lavoratori e sindacati conflittuali: votiamo no alla cassa integrazione!

In questo quadro, e in prospettiva, registriamo da parte di alcuni sindacati, totalmente immersi nel loro ruolo di garanti, la condivisione senza esitazioni delle scelte dell’azienda, senza nessuna iniziativa vera di contrasto, nessuna riflessione sull’utilizzo dei fondi per la Formazione e sulla digitalizzazione (Next Generation).

Nazionale -

 

Come da volontà aziendale nella giornata del 23 Aprile, è stato sottoscritto un verbale di accordo per una nuova procedura di cassa integrazione straordinaria (CDE - CONTRATTO di ESPANSIONE) che prevede 20 giorni di sospensione dal lavoro nel 2021 e 22 giorni nel 2022.

È previsto un passaggio assembleare tra i lavoratori. Entro il 13 maggio 2021 le Segreterie Nazionali di SLC-CGIL FISTEL-CISL UILCOM-UIL si sono impegnate a sciogliere la riserva, per poi concludere la procedura anche in sede governativa, entro il 20 maggio 2021.

Come previsto dall’accordo, il contratto di espansione sarà articolato su 2 tipologie: ORDINARIA al 12,1% che coinvolgerà circa 23.500 lavoratori, RIDOTTA al 3.5% che coinvolgerà circa 10.480 lavoratori. Rimangono esclusi i lavoratori che svolgono turni in “H24”, progettisti di rete ambito Operations e altre specifiche attività.

Senza perdersi nei dettagli e nei numeri, USB sottolinea invece la logica della sottoscrizione di tali accordi. Infatti, l’azienda, approfittando della crisi pandemica e del mantra relativo al piano di digitalizzazione e relativa formazione (che di per sé non sarebbe un male), riduce ulteriormente salari, occupazione, diritti e introduce ulteriore flessibilità.

Cogliendo l’occasione delle ristrutturazioni tecnologiche, la logica del profitto a qualsiasi costo prevale, con effetti depressivi sui salari e tende a produrre un peggioramento generalizzato delle condizioni di vita dei lavoratori.

È dal 2010 che siamo in cassa integrazione, modo meno ipocrita di chiamare il Contratto di Solidarietà prima e di Espansione dopo. È il modo per scaricare sulle spalle dei lavoratori prima gli esuberi, poi prepensionamenti e assunzioni. Quindi i costi ai lavoratori, i profitti all’azienda.

Eppure, noi come bravi buoi abbiamo sempre sostenuto l’azienda nei momenti più difficili. Da ultimo nella pandemia, durante la quale non abbiamo sentito neanche un collega lamentarsi per gli straordinari, quasi sempre non pagati, per tappare le falle della rete che si andava sovraccaricando di traffico.

I lavoratori di TIM non se la meritano e non se la sono mai meritata!

Facciamo appello quindi ai lavoratori e agli altri sindacati conflittuali per sostenere la campagna del NO all’ennesimo accordo umiliante per i lavoratori.

Per evitare le votazioni farsa degli scorsi accordi nelle quali votano pochissimi (e spesso fedelissimi) lavoratori invitiamo tutti, dipendenti e sindacati conflittuali, a diffondere il calendario delle assemblee il più possibile, perché si possa decidere in totale libertà e consapevolezza cosa fare del proprio futuro.