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TIM E’ deciso si scorpora la rete

Tanta incertezza e poca trasparenza

Nazionale -

 

Con il trasferimento del ramo d’azienda NetCo in FiberCop, si avvia in maniera definitiva la cessione e delle relative attività connesse dell’infrastruttura di rete di accesso di TIM, al fondo USA KKR.

Come sempre denunciato, ribadiamo come tale decisione sia una “scelta industriale” puramente finanziaria per bloccare uno stato di sofferenza economica, mancante di totale consistenza imprenditoriale, nonostante l’ottimismo dichiarato, di qualunque vero obiettivo di rilancio ed investimento per le due nuove società, per non parlare degli eventuali riflessi negativi sul futuro del sistema paese.

Considerando la grande incertezza di tale progetto, il nocciolo della questione non è solo nelle scelte del management, ma ancora più a monte: è sempre nella classe politica italiana attuale e passata, artefice di tutti i problemi di una azienda che era leader e sana, nati a seguito delle liberalizzazioni e privatizzazioni.

Proprio per questo siamo sempre più convinti sia inopportuna tale scelta politica, tenuto conto della "rilevanza strategica" delle Telecomunicazioni per il futuro del nostro paese. Questo ultimo passo sicuramente rappresenta l’inizio dell’ultimo atto della abdicazione degli interessi nazionali a favore di interessi privati e speculativi anche di paesi stranieri.

È necessario intraprendere una seria discussione, specie in un contesto economico-sociale difficile e recessivo come quello attuale, sul controllo e gestione pubblico delle Telecomunicazioni e del futuro dell'ICT, in quanto di rilevanza strategica nell’interesse nazionale per garantire servizi calmierati e l’occupazione anche per l’intero indotto. Tutto il paese dovrebbe preoccuparsi.

Oggi più che mai infrastrutture essenziali e strategiche come telecomunicazioni, energia e trasporti, vanno gestite con molta attenzione, per non distruggere quel poco che resta della nostra economia reale; da loro dipende il reale sviluppo del sistema PAESE, garantendo il rilancio occupazionale.

Come del resto avviene nel resto del mondo, dove le infrastrutture e le tecnologie di telecomunicazione diretta/indiretta, sono al centro della discussione politica con l’obiettivo di contenere, se non fermare, possibili acquisizioni, aggregazioni e joint venture che possano giungere da aziende anche di altri Stati europei che minino la sicurezza nazionale e la protezione dei dati.