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Argomento:

TIM: Special Welfare PDR 2017

UN QUESTIONARIO PILOTATO

Nazionale -

Roma, 4 ottobre 2018

In questi giorni molti hanno ricevuto un’email dove viene data la possibilità di esprimere una opinione, tramite un questionario, sul servizio di welfare aziendale “Special Welfare PDR 2017”, ovvero il premio di risultato in beni e servizi detassati.

Nel questionario non è possibile ribadire il principio, per USB scontato, che la scelta di dare l'aumento contrattuale sotto forma di welfare è lesiva della dignità dei lavoratori e delle lavoratrici e indebolisce oltremodo lo stato sociale.

Le aziende non pagano le tasse sui voucher, questo implica la ulteriore crescita del debito pubblico a svantaggio non certo di banche e industriali, ma di chi ha bisogno dello stato sociale e, dunque, nostro.

Questi soldi in più che vengono erogati tramite welfare sono soldi che le aziende tolgono a tutti. È molto difficile che i lavoratori – attanagliati dalla morsa della difficoltà di arrivare a fine mese – rinuncino ai voucher, eppure si tratta di comprendere che quei soldi che l'azienda risparmia in tasse, impoveriscono tutti e arricchiscono solo chi fa parte del sistema di queste deleterie piattaforme digitali.

USB continua a battersi soprattutto per la libera scelta dei lavoratori, affinché possano optare tra monetizzazione del premio e welfare aziendale e vedersi quindi versati i contributi in busta paga e il TFR maturato.

Il rischio che si prospetta, come accaduto nel comparto dei metalmeccanici, è quello che i futuri aumenti retribuitivi vengano erogati solo sotto forma di voucher (welfare aziendale), dove la loro spesa sarà vincolata a esercizi predeterminati, impedendo che il buono possa essere speso presso un piccolo esercente: ad essere favorita sarà sempre di più la grande distribuzione.

L’adozione del welfare aziendale implicherà un taglio delle risorse statali destinate a tutto ciò che è servizio pubblico, impoverendolo ulteriormente e accelerando la sua fine per favorire la crescita di servizi privati sanitari, d’ istruzione, etc.

Sottolineiamo che il welfare lega il lavoratore all'azienda: chi perde il lavoro, perde l'assicurazione medica, il fondo pensionistico, i servizi aziendali (dal nido ai buoni benzina etc): una volta smantellato lo stato sociale, da disoccupato questi servizi non li ritroverà nel pubblico.

Il welfare aziendale quindi rappresenta un passo in più verso la ricattabilità e la fine di qualsiasi possibile confronto per una libera scelta ma anche verso la fine di ogni possibile conflittualità sindacale.

USB per tali motivi è assolutamente contraria al welfare. A costo di apparire ideologici, crediamo che il salario e la libertà di scegliere come spenderlo siano un intoccabile diritto dei lavoratori.

È solo dai lavoratori che un sindacato conflittuale come USB può trarre forza per tenere insieme lavoratori e stato sociale.

Uniti.  Cambiare si può.