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Tirrenia/Cin, USB: un caos tutt’altro che imprevedibile. Tutelare servizio, occupazione e salari

Nazionale -

La notizia del sequestro dei conti correnti di Tirrenia/Cin da parte dei commissari dell’amministrazione straordinaria è una notizia terribile ma tutt’altro che imprevedibile per chi segue le vicissitudini della compagnia negli ultimi mesi.

 

Allo stesso modo non ci sorprende che questa decisione abbia comportato la reazione da parte dell’armatore del Gruppo Moby Onorato che ha bloccato le navi Tirrenia in partenza ieri sera per Sardegna, Sicilia e Tremiti in continuità territoriale, così come non sarebbe inaspettato che lo stesso armatore decidesse di mettere al posto loro le navi dell’altra compagnia del Gruppo, la Moby Lines.

 

Un caos incredibile generato da una sequenza impressionante di errori madornali commessi negli ultimi anni, puntualmente anticipati e denunciati da soli come USB, risultando persino discriminati in azienda per aver fatto questo.

 

Ma in questo momento non ci appassiona affatto il fatto il gioco di cercare di chi siano le maggiori responsabilità per aver trascinato Tirrenia fino a questo punto.

 

Quello che ci interessa è esclusivamente la tutela della storia, del servizio, dei livelli occupazionali e salariali degli oltre 1500 dipendenti di Tirrenia, la più antica e gloriosa compagnia navale italiana; questo è l’unico vero patrimonio in ballo in questo momento.

Se per fare questo servisse ripensare un’altra privatizzazione fallita miseramente e rilanciare la nazionalizzazione di una compagnia che da sempre è un asset strategico nei collegamenti marittimi in Italia, questo è il momento giusto per farlo.

 

Per questo motivo pretendiamo che il Governo assuma le decisioni più opportune per garantire la continuità del servizio di Tirrenia, senza prendere nella minima considerazione la possibilità di procedere alla ”semplice” sostituzione delle navi con quelle di un’altra compagnia. Sarebbe un errore grave che comprometterebbe l’occupazione in un settore nevralgico ed essenziale, l’ultima cosa che si dovrebbe fare in un momento così drammatico per l’intero Paese

 

USB ha inviato ieri, lunedì 30, una richesta urgente d’incontro ai ministri De Micheli e Patuanelli sull’intera vicenda; occorre che tutti si assumano adesso le proprie responsabilità senza indugi e senza ulteriori perdite di tempo: ne abbiamo perso fin troppo.

 

Unione Sindacale di Base – Lavoro Privato – Mare e Porti