USB al ministro Dadone: il lavoro agile non diventi una trappola, serve un quadro normativo comune che tuteli i diritti dei lavoratori
Oggi si è svolto il presidio convocato da USB sulle problematiche che stanno emergendo nelle amministrazioni pubbliche con la presentazione dei Pola (piani organizzativi del lavoro agile). La nostra delegazione ha esposto al vicecapo gabinetto Natali e al capo segreteria tecnica del Ministro Vicchiarello la discrasia che si sta realizzando con la presentazione dei Pola in assenza di un quadro normativo che fissi i paletti dentro i quali le singole amministrazioni potranno poi calare i propri piani organizzativi nei quali declinare le varie specificità.
La mancanza di una cornice comune a tutto il settore pubblico sta lasciando mano libera alle amministrazioni, che troppo spesso ne stanno approfittando per andare ben oltre quello che i Pola dovrebbero fare. In particolare ci stiamo trovando di fronte a vere e proprie disapplicazioni contrattuali ovviamente rispetto a diritti acquisiti dei lavoratori contenuti in previsioni normative nei CCNL. Una sorta di far west nel quale realizzare il tanto agognato, da parte della dirigenza, superamento dei contratti nazionali. Un comportamento gravissimo contro il quale USB darà battaglia nei posti di lavoro e anche attraverso iniziative nazionali che non rinunceranno a nessuna opzione, compresa quella legale.
Oltre a ciò, i Pola non stanno in molti casi definendo neanche quelle minime garanzie indispensabili per i lavoratori come il diritto alla disconnessione, i buoni pasto, il “ristoro” dei costi aggiuntivi per i lavoratori.
In definitiva la delegazione USB ha rappresentato alla parte pubblica l’esigenza che nell’immediato futuro, chi siederà a Palazzo Vidoni, sia che venga confermato il ministro Dadone sia che dovesse invece essere sostituita, dovrà riprendere quel percorso di confronto con le OOSS interrotto a causa della seconda ondata dell’epidemia.
Abbiamo ricevuto conferme della condivisione da parte del ministro Dadone di un percorso che porti ad un accordo quadro, ma è chiaro che l’attuale situazione politica impedisce qualsiasi programmazione.
A questo punto la partita si sposta sui luoghi di lavoro dove ci opporremo con tutti i mezzi necessari alla elaborazione di Pola che violino i contratti e che determino un arretramento dei lavoratori sul piano dei diritti. È chiaro che non appena si insedierà il nuovo esecutivo, porremo immediatamente sul tavolo, insieme alla questione del rinnovo dei contratti e delle assunzioni, la necessità di un CCNQ che stabilisca quegli elementi di garanzia affinché lo smart working non diventi per i lavoratori una trappola infernale.
Unione Sindacale di Base – Pubblico Impiego
29-1-2021