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USB: ancora una volta Cgil-Cisl-Uil decidono sulla testa dei lavoratori

Roma -

Apprendiamo dalla stampa dell’accordo tra i sindacati confederali, le centrali cooperative e il Comune di Roma il demansionamento dei lavoratori delle cooperative sociali.

Questa stipula, in totale contrasto con l’articolo 2103 del c.c., che impone di impiegare i lavoratori con un inquadramento corrispondente alla mansione svolta, maschera il vero problema del settore: questo è caratterizzato da salari estremamente bassi, sfruttamento e continue irregolarità contrattuali da parte delle cooperative sociali che portano sempre più lavoratori alla ‘fuga dal settore’. Inoltre rappresenta un’ancora di salvataggio per le aziende in merito alla modalità di erogazione del servizio agli alunni con disabilità nelle scuole, perché il Comune Di Roma taglierà ore agli OEPAC, i quali verranno dirottati in altri servizi come l’assistenza domiciliare al fine di compensare le ore contrattuali mancanti. Grazie a questo accordo essi saranno costretti a fare un lavoro molto differente dalle loro competenze, relegati alla formazione professionale “on the job”, ossia sul campo e quindi inesistente, se paragonata ai corsi di formazione (come l'OSS) da 1000 ore, pagati a caro prezzo dai lavoratori della domiciliare. Se per evidenti motivi gli educatori-OEPAC si dovessero rifiutare sarà loro ridotto il salario in base alle ore mancanti.

La triangolazione Cooperative Sociali – Comune di Roma – sindacati confederali è perfetta per sfruttare, sottopagare o proprio per non retribuire i lavoratori del sociale! Non era bastato l’accordo, anche questo illegale, perché in contrasto al nostro ordinamento giuridico, che prevedeva il doppio livello per i lavoratori delle cooperative sociali che effettuavano sia l’assistenza domiciliare che quella scolastica. Bisognava ancora di più aumentare lo sfruttamento con la compiacenza di tutti gli attori in campo, in primis il Comune di Roma, che per risparmiare sui costi dei servizi sociali attua queste operazioni sulla pelle dei lavoratori e sulle spalle degli utenti.

USB Cooperative Sociali