Usb Porti in audizione alla camera. L’ultima parola spetta ai lavoratori: no alla privatizzazione delle banchine, per il rilancio della gestione pubblica
Questa mattina i rappresentanti nazionali di USB Porti sono stati ascoltati presso la XI Commissione Trasporti della Camera in merito alla riforma portuale in discussione.
Abbiamo ribadito qual è la posizione della nostra organizzazione in merito a qualsiasi ipotesi di privatizzazione del sistema portuale italiano o delle Autorità di Sistema.
L’attuale legge 84/94, troppo spesso violata o bypassata, va difesa e migliorata per dare più poteri al pubblico e non viceversa, il ruolo dello Stato nei Porti è fondamentale, sia perché parliamo di un settore strategico della nostra economia, sia per far sì che ci sia maggior tutela dei lavoratori troppo spesso considerati come l’ultimo tassello della catena e anche per questo pretendiamo il rafforzamento e l'allargamento a tutti i soggetti sindacali e tutte le parti sociali dei tavoli di Partenariato e dei Comitati di Gestione.
Nel dibattito sulla riforma portuale non viene mai tenuto in considerazione il ruolo dei lavoratori degli articoli 16, 17, 18, ma sempre più spesso a determinare i cambiamenti della 84/94 sono i monopoli dei grandi armatori o terminalisti internazionali.
Troppo spesso, anche nelle sedi istituzionali, viene riportato solo il punto di vista dei privati. Si parla di traffici, infrastrutture e investimenti come se la componente lavoro non esistesse o non avesse nulla da dire. Oggi abbiamo portato quelle che sono le preoccupazioni e le proposte dei lavoratori. Aumenti salariali reali, sicurezza, riduzione dei carichi di lavoro e riconoscimento del lavoro portuale come usurante ai fini pensionistici sono, in estrema sintesi, le nostre rivendicazioni.
Il 30 novembre saremo di fronte al Ministero dei Trasporti con delegazioni di portuali da tutta Italia per ribadire anche in quella sede che non staremo a guardare mentre il sistema portuale viene ulteriormente smantellato.
Usb Porti