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Vasche dell’acqua potabile in stato di abbandono e salute a rischio: il caso Borgetto

Palermo -

In Sicilia l’acqua è un problema: carenza, cattiva manutenzione della rete e gestione non efficiente del servizio fanno sì che ancora in molti luoghi la popolazione sia soggetta al razionamento delle risorse idriche. Il comune di Borgetto (Palermo) è uno di questi.

L’acqua è uno dei beni più preziosi in assoluto, per la vita biologica e civile. Quando è carente diventa ancora più preziosa e quindi andrebbe preservata nel migliore dei modi. Quello che ci è stato segnalato a Borgetto non va in questa direzione ed è anche un esempio perfetto di pessima gestione dell’acqua, che da un lato ne aggrava la carenza e dall’altro mette potenzialmente a rischio (speriamo di sbagliarci) la salute pubblica.

Succede infatti, che l’edificio (bottino di presa) che ospita le vasche di accumulo e di depurazione delle acque della vicina fonte, in contrada Carrubella, versa da anni in uno stato di pressoché totale abbandono: è completamente avvolto dalla vegetazione, all’interno presenta oggetti estranei alla destinazione d’uso (c’è persino il tubo di una flebo, lì da anni),  muri e tetto hanno l’intonaco completamente scrostato (finito sicuramente dentro le vasche), ma ciò che decisamente preoccupa di più è la porta di accesso aperta da anni, cosicché chiunque può entrare con il rischio di atti vandalici o di gravi azioni contro la salute pubblica.

Gli impianti di distribuzione dell’acqua potabile devono essere protetti e inaccessibili a soggetti estranei, a tutela della sicurezza e della salute della popolazione. Abbiamo provveduto a segnalare questa grave situazione – ciascuno per le proprie responsabilità  - al sindaco di Borgetto, all’APAM (Azienda Municipalizzata Acquedotto di Palermo) e agli uffici dell’ASP che ne hanno competenza (vedi allegato).

Contestualmente abbiamo anche segnalato che dal 25 luglio, giorno degli incendi che hanno devastato il territorio di quella zona della Sicilia, un tubo bruciato continua ogni giorno a sversare migliaia di litri d’acqua nel vicino torrente. Anche in questo caso, nessuno ha fatto ancora niente.

Seguiremo con attenzione le mosse delle istituzioni a cui ci siamo rivolti e che abbiamo sollecitato, affinché vengano adottate tempestivamente le soluzioni atte a garantire la salute pubblica, la qualità e la conservazione dell’acqua potabile in una zona dove è più preziosa che altrove, dal momento che i cittadini sono costretti a fare i conti con un servizio a intermittenza che garantisce l’approvvigionamento solo per poche ore alla settimana.

 

p. Esecutivo Confederale USB Sicilia

Antonino Lazio