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Vincono i corrieri USB delle 4 filiali SDA di Roma. Aumenti retributivi fino a seimila euro l’anno

Roma -

Dopo aver rispedito al mittente l’accordo di marzo sottoscritto da FEDIT e confederali, i corrieri SDA della 4 filiali di Roma assieme all’USB strappano un accordo migliorativo dopo due intense giornate di lotta.

Aumento dell’indennità di trasferta fino a 25 euro con ulteriore indennità di 10 euro che porterà le indennità prima a 33 e, a partire dal 2025, a 35 euro, premio di risultato ed ulteriori benefit oltre a condizioni migliorative sui danni ai mezzi, porteranno nelle tasche dei corrieri di Roma fino a seimila euro annui.

Tutto questo senza cedere nulla né sulla sesta giornata lavorativa obbligatoria, né sulla negazione del diritto alla malattia, né sull’utilizzo padronale dei permessi e delle ferie in caso di calo di volumi lavorativi, tutti elementi presenti e barattati per pochi spicci dai confederali nell’accordo Fedit.

E’ stata una trattativa difficile, nella quale USB ha posto anche la questione del cumulo di mansioni. Da sempre infatti, ai drivers viene chiesto di effettuare lavoro di smistamento e facchinaggio nelle fasi precedenti e successive al carico e scarico, attività non prevista dalle declaratorie contrattuali.

Questa anomalia, sotto gli occhi, complici, di tutti i sindacati, ma denunciata da tempo da USB, ha scoperto un vaso di pandora e toccato un nervo scoperto della parte datoriale che ha provato a boicottare in ogni modo le richieste dei lavoratori, arrivando a minacciare le aziende fornitrici di disdetta dall’appalto se avessero acconsentito a certificare tale stato di cose. Ulteriore dimostrazione del fatto che la maggior parte degli appalti del settore abbiano ben poco di genuino, quando viene meno l’autonomia aziendale su ogni tipo di decisione.

L’altro ostacolo è stato quello di aver osato andare oltre gli accordi padronali sottoscritti con i sindacati amici, oramai rappresentativi soltanto di sé stessi e sempre più elemento frenante delle legittime ambizioni dei lavoratori. Da 30 anni i padroni utilizzano i sindacati confederali per firmare contratti ed accordi al ribasso oltre i quali non si può andare e non si deve andare. E quando vengono travolti dalla rabbia dei lavoratori determinati, sono gli stessi sindacati dalla firma facile a chiedere di ottenere le stesse condizioni ottenute dalle lotte di questi. Ebbene, anche stavolta l’unità dei magazzini, il coraggio e la forza di questo pezzo di categoria operaia, ha avuto la meglio, contro l’arroganza padronale, i sindacati complici, il sistema marcio degli appalti.

Solo la lotta paga

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