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CRISI DEI CONSUMI E URGENZA SALARIALE: L'ITALIA AFFONDA NEL "RISPARMIO DELLA PAURA”

Roma -

I recenti dati ISTAT relativi al secondo trimestre 2025 non lasciano spazio a in- terpretazioni ottimistiche: l'Italia si sta avvitando in una crisi dei consumi che minaccia la stabilità economica e sociale del Paese. Nonostante un aumento nominale del reddito disponibile lordo delle famiglie (+0,8%), la realtà è che il potere d'acquisto è cresciuto solo di un misero 0,3% a causa della persistente corsa dei prezzi (+0,5% per il deflatore dei consumi).

Questo gap, apparentemente piccolo, è un segnale d'allarme potentissimo. Le famiglie, strette tra bollette carissime e carrelli della spesa sempre più leggeri, stanno rispondendo all'incertezza con la paura.

La trappola del risparmio forzato.

Il dato più eloquente è l'incremento della propensione al risparmio, salita al 9,5% (+0,3 punti percentuali). Questo non è il segno di una ritrovata fiducia, ma l'indicatore di una spesa per consumi finali che cresce troppo lentamente (+0,5%) rispetto al reddito. Le famiglie, pur avendo marginalmente più dispo- nibilità nominale, scelgono di non consumare, di non investire nel quotidiano, ma di accantonare per timore di futuri aumenti di prezzo e per cautela verso l'instabilità economica.

Questo atteggiamento difensivo strozza la domanda interna, il motore fonda- mentale della nostra economia, e rende l'aumento del potere d'acquisto insuf- ficiente a sostenere una vera ripresa. L'aumento del tasso di investimento delle famiglie (+0,1 punti percentuali) non compensa questa stagnazione, riguar- dando prevalentemente gli investimenti fissi lordi, e non il volano essenziale dei consumi diffusi.

Le nostre proposte per uscire dall'austerità silenziosa

A.Ba.Co non può accettare che il peso della crisi energetica e dell'inflazione venga scaricato interamente sulle spalle delle famiglie e dei lavoratori. Per in- vertire questa pericolosa tendenza, è necessario un intervento pubblico ener- gico e strutturale:

  1. Controllo pubblico sui prezzi dei beni essenziali.

Non è più tollerabile la speculazione sui beni di prima necessità. Rivendi- chiamo l'immediata attivazione di strumenti di controllo pubblico sui prezzi per il paniere essenziale (alimentari di base, farmaci, etc.). Garantire l'acces- so a questi beni non è solo una misura economica, ma un imperativo etico di giustizia sociale.

  1. Sostegno contro il caro energia.

Le misure tampone non bastano. È indispensabile un piano di sostegno alle famiglie che sia robusto e strutturale, capace di assorbire l'impatto del caro energia e di evitare che l'inflazione continui a erodere i già poveri salari de- gli italiani.

  1. Più salario per una ripresa dell’economia.

L'inflazione al 0,5% nel trimestre ha vanificato quasi interamente l'aumento nominale del reddito. Chiediamo una politica di sostegno al rialzo dei salari che sia non solo in grado di recuperare il potere d'acquisto perso negli ul- timi anni, ma che vada oltre l'inflazione. Solo un aumento salariale capace di rilanciare i consumi può spezzare la spirale viziosa del "risparmio della pau- ra" e innescare una crescita economica robusta e distribuita.

La politica deve intervenire per trasformare questo risparmio da paura in inve- stimento di fiducia, garantendo che la crescita nominale si traduca in benesse- re reale. È l'ora di agire, prima che l'austerità silenziosa dei carrelli vuoti diventi la normalità italiana.

Il rilancio passa dal portafoglio dei lavoratori!

A.Ba.Co. (Associazione di Base dei Consumatori)

www.abaco.info