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FONDI EUROPEI: USB E M5S DENUNCIANO GOVERNO ITALIANO A COMMISSIONE UE PER VIOLAZIONE DIRITTO COMUNITARIO

Roma -

Ancora una volta fondi finiranno nelle mani di lobbies politiche e clientelari

 

 

Oggi a Bruxelles l’Unione Sindacale di Base, sostenuta dal M5S, denuncia il Governo italiano per violazione del diritto comunitario in merito alle politiche di coesione per il periodo 2014-2020.

Con la denuncia per l’avvio della procedura di infrazione presentata alla Commissione Europea, l’USB e il M5S contestano la mala gestione del processo di programmazione e gestione degli investimenti per l’occupazione, l’inclusione sociale, la scuola, la sostenibilità ambientale e l’economia, tutti finanziati dalle risorse europee.

 

“La nuova stagione programmatoria 2014-2020 si apre su un passato inquietante, fatto di fondi spesi poco e male, tanto che ad oggi abbiamo ancora in cassa il 38% dei fondi della precedente programmazione”, denuncia Guido Lutrario, dell’Esecutivo Nazionale USB. “Si tratta di ingenti risorse, che dovrebbero essere indirizzate alla riduzione delle disparità territoriali e sociali e che invece, ieri come oggi, vengono affidate ad un sistema di attori pubblici e privati, parassitari, clientelari, e in diverse occasioni anche mafiosi, che mira a speculare sulle emergenze sociali”.

 

“Il modus operandi è sempre lo stesso – prosegue il sindacalista – tanto le vecchie quanto le attuali classi dirigenti, locali e nazionali, impediscono una reale apertura della programmazione alla cittadinanza, garantendo in tal modo quell’opacità di gestione utile alla conservazione dei propri privilegi”.

 

“Abbiamo uno strumento, il Codice europeo di condotta del partenariato, che impegna ogni stato membro a coinvolgere i diversi attori del territorio e le rappresentanze della società civile, in tutte le fasi della programmazione di queste risorse – precisa Lutrario - dall’analisi dei bisogni alla progettazione degli interventi, dall’attuazione alla valutazione e al controllo dell’operato. Quello che denunciamo oggi è il mancato rispetto da parte del nostro Paese dei principi che regolano questa partecipazione. E quello che chiediamo all’Europa è il controllo del metodo adottato dal governo e dalle singole regioni nella programmazione che, chiusa alle istanze dei cittadini, si annuncia già fallimentare”.

 

“L’annuncio dell’esito negativo della nuova programmazione – conclude Lutrario – è già manifesto nel settore della ricerca, dove la scelta governativa è di dismettere l’intero comparto pubblico con inevitabili ripercussioni sull’arretramento e il mancato sviluppo di questo Paese”.