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No alla ricerca bellica e precaria! Stabilizzazioni, assunzioni, aumento dei salari per una ricerca al servizio del paese reale: 12 maggio sciopero del personale precario e manifestazione al MEF

Roma -

Mentre Trump espelle i ricercatori scomodi, aprendo una nuova caccia alle streghe in pieno stile maccartista, e l’Unione Europea si candida per accoglierli, il Governo italiano da un lato sta rinnovando il contratto del comparto istruzione e Ricerca riducendo i salari reali del 10%, dall’altro sta espellendo le lavoratrici e i lavoratori precari dell’università e della ricerca pubblica: introducendo, in questo modo, una precarietà selvaggia, funzionale alla limitazione della libertà di una Ricerca Pubblica sempre più piegata verso l’industria privata, in particolare quella bellica.

Altro che ritorno dei cervelli! Siamo di fronte ad un attacco violento del Governo Meloni contro Università e Enti Pubblici di Ricerca, con tagli pesantissimi a fronte di aumento delle spese militari nell’ambito del riarmo deciso dall’Unione Europea.

Si prefigura un nuovo oscurantismo nel quale la Ricerca è destinata ad un drastico ridimensionamento: a pagarne le spese saranno lavoratrici e lavoratori, soprattutto precari, ed il Paese intero che perderà un patrimonio di professionalità e competenze fino ad oggi impegnate su questioni sanitarie, ambientali, energetiche, che d’ora in avanti saranno invece finalizzate esclusivamente alla tecnologia militare.

Per questo il 12 maggio, nella giornata di sciopero delle lavoratrici e dei lavoratori precari di Università e Ricerca, a Roma saremo davanti al MEF del Ministro Giorgetti e della premier Meloni per dire no alla precarietà, ai tagli e al riarmo!

Vogliamo investimenti per rilanciare l’intero sistema della Ricerca Pubblica per un piano straordinario di assunzioni a partire dalla stabilizzazione dei precari, per aumentare i salari e rendere la Ricerca italiana realmente attrattiva, per finanziare ricerche che guardino al futuro del Paese.