RAPPRESENTANZA SINDACALE: IL 10 GENNAIO SCRICCHIOLA?
Un gruppo di nove giuristi e avvocati ha predisposto, con ampio consenso in sede di governo, una Proposta di legge in materia di rappresentanza sindacale che sarà presentata pubblicamente lunedì 9 febbraio, alla Terza Università di Roma.
Dalle prime indiscrezioni, emerge l'ennesimo tentativo di costruire una legislazione di sostegno al monopolio della rappresentanza di Cgil, Cisl e Uil e di mettere al riparo dai sempre più evidenti scricchiolii in materia di legittimità costituzionale l'accordo fra le parti, stipulato il 10 gennaio del 2014 tra Confindustria e Cgil Cisl e Uil.
La necessità del pool di fedeli servitori degli interessi d'impresa, che si è denominato "Frecciarossa", è evidentemente quella di mettere al riparo il prodotto della complicità sindacale dai cosiddetti "ambiti pirata" (definizione riportata da un articolo del Corriere della Sera), introducendo paletti irraggiungibili per chiunque non sia Cgil, Cisl e Uil: soglia confederale al 33 %; soglia del 50% per avere il riconoscimento della maggiore rappresentatività; 5% medio per accedere al tavolo negoziale di categoria, ecc..
In tal modo, chi pure in ambito aziendale osasse raggiungere e superare elettoralmente il numero dei consensi necessario, non potrebbe comunque esercitare alcun diritto nel caso, molto probabile, che manchino gli altri requisiti confederali.
L’USB ha denunciato al Tribunale di Roma l'accordo del 10 gennaio e il 3 marzo prossimo si terrà l'udienza definitiva, che dovrà esprimersi sulle tante illegittimità contenute in quell'accordo. Una sentenza che, se andasse nella direzione delle nostre eccezioni, non potrebbe che rafforzare l'esigenza di una legge pluralistica sulla rappresentanza e rappresentatività sindacale la quale, come da noi richiesto, rispetti quanto indicato recentemente dalla Corte Costituzionale. Una legge ben diversa da quella messa in campo dal team "Frecciarossa" .