Sciopero industria: ora basta! Cambiare il modello contrattuale, fermare il riarmo, e il massacro del popolo palestinese
Oggi migliaia di lavoratori e lavoratrici dell’industria hanno incrociato le braccia rispondendo allo sciopero nazionale indetto da USB. Una giornata di mobilitazione riuscita e partecipata: una risposta collettiva al peggioramento sistematico delle condizioni salariali, alla crisi industriale e a un modello contrattuale ormai fallito.
Al centro dello sciopero il rinnovo del CCNL metalmeccanico: Federmeccanica vuole azzerare ogni aumento reale, consolidando un impianto che in dieci anni ha portato a un crollo del 6,9% dei salari reali. Di fronte a tutto questo, Fim, Fiom e Uilm minacciano mobilitazioni senza però mettere mai in discussione il modello che hanno contribuito a costruire.
USB dice basta: serve stracciare questo schema e costruirne uno nuovo.
Mentre le crisi aziendali si moltiplicano – da Acciaierie d’Italia a Stellantis, da STMicroelectronics a Piombino – il governo e l’Unione Europea scelgono il riarmo. Il programma RearmEU è l’ennesimo schiaffo al lavoro: miliardi per le armi, zero per il salario.
In questo scenario, il genocidio in Palestina grida giustizia. USB ha scioperato anche per dire basta all’impunità, per rifiutare un modello sociale fondato sulla guerra, sulla disumanizzazione e sulla complicità occidentale.
La mobilitazione non si ferma. USB rilancia con lo sciopero generale indetto per il 20 giugno e la manifestazione nazionale prevista a Roma il 21 giugno. Per contratti veri, per una politica industriale pubblica, per un paese che ricomincia dal lavoro.
USB Lavoro Privato – Categoria Operaia dell’Industria Nazionale