Sicurezza sul lavoro, dal Governo si prospetta un altro palliativo: serve una legge per introdurre il reato di omicidio sul lavoro
In queste ore, emergono le indiscrezioni sulla presentazione di un nuovo pacchetto di misure sulla sicurezza sul lavoro in vista della giornata del 1° Maggio. Come Unione Sindacale di Base (USB), siamo da sempre in prima linea per garantire il diritto alla salute e alla sicurezza dei lavoratori, ma non possiamo fare a meno di sottolineare la lontananza di queste misure dalla realtà dei fatti.
L’approccio che il Governo meloni ha adottato fin ora, tra cui premi per le imprese virtuose e l’inasprimento delle sanzioni per le violazioni, rischiano di essere un palliativo privo di concretezza, lontano dalla radicalità che servirebbe per fermare l'ondata di morti sul lavoro. Si tratta, infatti, di misure che non affrontano alla radice il problema delle disuguaglianze salariali, delle condizioni di sfruttamento e della mancanza di reali tutele per i lavoratori.
Nel 2025, le morti sul lavoro sono ancora un fenomeno inaccettabile e in continua crescita. Solo quest’anno, abbiamo assistito a gravi infortuni che dimostrano come la sicurezza sul lavoro non sia mai stata davvero una priorità per l'esecutivo.
USB: “La sicurezza è una priorità, non un'opzione”
USB chiede da anni una svolta radicale nella gestione della sicurezza sul lavoro, che non si limiti a interventi di facciata ma che includa un aumento sostanziale dei fondi per la prevenzione, l’assunzione massiccia di ispettori del lavoro, e l’introduzione di un sistema di responsabilità reale per i datori di lavoro, che devono essere penalizzati severamente per qualsiasi violazione che metta a rischio la vita dei lavoratori. Serve una legge che introduca il reato di omicidio sul lavoro e potenziare il ruolo degli RLS: due temi su cui USB ha approntato delle proposte di legge che ci aspettiamo vengano accolte.
La sicurezza non può essere separata da salario e dignità del lavoro.
La sicurezza sul lavoro infine è indissolubilmente legata al salario. Se il governo continua a ignorare le rivendicazioni salariali dei lavoratori, come nel caso dei settori più esposti a incidenti gravi come l’edilizia e l’agricoltura, non potremo mai dire di aver davvero affrontato il tema della sicurezza. Non si può lavorare in sicurezza quando si è costretti ad accettare condizioni di lavoro precarie e salari da fame. Un tema ugualmente importante è quello delle pensioni: talmente basse che in molti casi si è costretti a continuare a lavorare anche in età avanzata, aumentando il rischio di infortuni gravi.
USB continuerà a battere il colpo su questi temi, ribadendo con forza che la sicurezza sul lavoro non è negoziabile e che i lavoratori devono essere messi al centro della politica industriale del Paese. Continueremo a mobilitarci per ottenere soluzioni reali e non spot elettorali, portando avanti una lotta per il lavoro, per la dignità e per la vita.
Questi sono i temi che caratterizzeranno il 1° maggio di USB: salario contro il lavoro povero, sicurezza sul lavoro e stop alle politiche di guerra.